Il suono della cura

Prendersi cura di un paziente è come suonare un brano musicale: le note ci sono, lo spartito è scritto, ma quello che conta davvero è l’armonia che si crea nell’esecuzione. In medicina, le "note" sono le competenze cliniche, le linee guida, le terapie. Ma proprio come un musicista non si limita a leggere lo spartito, il medico deve saper interpretare, ascoltare, entrare in sintonia con il paziente.

Pensate a un pianista che suona ogni nota correttamente, ma senza anima, senza ascoltare il respiro del pubblico o l’energia degli altri strumenti. Anche se tecnicamente perfetto, mancherà la magia. Così è la cura che si limita alla teoria, ai numeri, senza tener conto della storia del paziente, del suo ritmo interiore, delle sue emozioni.

E poi, l'orchestra. Nessun grande pezzo si regge su un solo strumento. In medicina, endocrinologia, nutrizione, psicologia, attività fisica… ognuno ha un ruolo nella sinfonia della cura. Ma il capolavoro nasce quando tutti suonano insieme, quando le competenze si intrecciano senza sovrastarsi. Quando il medico dirige, ma non impone, ascolta e armonizza.

E qui entra in gioco la cosa più importante: il paziente non è solo uno spettatore. Il paziente è parte integrante dell’esecuzione. È come un solista. Puoi scrivere la partitura più bella del mondo, puoi mettere insieme l'orchestra migliore, ma se il solista non entra in sintonia con il pezzo, se non si sente parte della musica, quella melodia non nascerà mai davvero. La terapia non funziona se il paziente non ci mette il suo. La sua voce, il suo tempo, la sua voglia di suonare.

La cura, allora, è un dialogo musicale continuo. Il medico propone il tema, ma poi si modula insieme. Si rallenta o si accelera a seconda di come il paziente risponde, di come esegue la sua parte. Perché la guarigione – come la musica – non è mai una cosa unilaterale: è un atto creativo condiviso.

E anche la comunicazione è parte della musica: il tono, le pause, il non detto. Un consiglio al momento giusto è come una nota che vibra nell’aria più a lungo, che lascia traccia.

Alla fine, sia nella medicina che nella musica, non conta solo la tecnica, ma la capacità di ascoltare. E il successo arriva quando medico e paziente trovano quell’accordo perfetto, quella sintonia tra conoscenza e umanità, tra scienza e sensibilità. Solo allora la cura diventa una melodia che suona davvero.

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Prof. Alfonso Santelia

Endocrinologia, Nutrizione.

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